Azzurro nel cielo
Seguo i pensieri che guardan l’azzurro dietro strisce di nuvole grige
e lo perdo, non arriva sin là, il pensiero. Si stacca come stadio di un missile.
E io son là, nella capsula in testa, affascinato, stravolto. Come Lindbergh(1).
Non incapsulato nella tuta spazio-temporale, eppure non esplodo.
C’è uno spazio infinito fra atomo ed atomo del mio corpo – si perde lo sguardo –
e sembra che viaggi attraverso: ogni stella mi attira, la voglio conoscere.
Passo in tangente, rallento e riparto, ne ho già viste tantissime, e sono ancor più;
non ne ho più memoria, non so quante sono in totale: è tutto infinito.
Ogni stella è diversa, alcune mi cambian l’umore, atmosfera, chiarore,
altre sembran idee, sassi, magneti che mi orientano gli atomi di cui sono fatto;
sensazioni; avverto numinose presenze che vorreber parlarmi e qualcosa intuisco.
Praticamente mi esploro per come son fatto e son vivo; un centro non c’è.
Avverto tensioni, legami fra cellula e cellula, tempeste, nebulose,
aurore rosate, tramonti infuocati, limpidissimi raggi nettati dal vento,
movimenti di organi, meteore messaggere da un capo all’altro di me.
C’è un ordine, una forma, ma anche tutto continuamente su se stesso rivolve,
instabile come nuvoloni che viaggiano e cambian volumi, si sfanno.
Passo vallate che sento son sacre, talmente luce e natura son vive,
talmente vi aleggia diffusa bontà, talmente vi regna irreale una pace.
Parton da qui i neuroni raggiati che fanno da rete all’infinito universo che sento.
Un inspiro profondo mi riempie il petto di quello che vedo, che sento, che provo.
E son ritornato al presente di ora, il corpo acceso di miliardissime piccole luci.
Saldi legami mi tengono insieme, reggono tutto sebben rilassati e distesi.
Tentatore un pensiero mi chiede che cosa ancora mi manchi. Ingordo!
Sto già bene così, son già tutto così: e son quell’azzurro che vedo diffuso nel cielo.
(1) Nell’autobiografia (Spirit of St. Louis, dal nome del monoplano con cui nel maggio 1927 effettuò la prima trasvolata oceanica in solitaria) narra momenti di coscienza alterata e allucinazioni dovute alla mancanza di sonno, ma anche di percezione dilatata, quasi estatica, di esaltazioni, di cambi d’umore.
Cremignane, 14 agosto 2014 (7:30)
Amore è il mio vento La nota di adesso
Azzurro nel cielo by Vittorio Volpi
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On line dal 14 agosto 2014
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