Il Paradiso

Abbiamo in noi la chiave del cielo.
Finché viviamo centelliniamo gli assaggi.
Fin che un giorno anche noi ci saremo.

Viviamo e amiamo: sarà così il Paradiso:
è adesso il Paradiso, a riprova di vera promessa.
San Pietro sulla porta non conterà le tacche sulla cintura,
non chiederà «quante volte, figliolo?»

Ma se almeno una volta abbiam vissuto un attimo eterno;
se almeno una volta siam stati pronti a morire;
se una volta la mente ci è fuggita su in cielo;
se abbiamo pianto di gioia, fino a non avere più lacrime;
se ci sono stati dei giorni, dei mesi, che non ci hanno invecchiato.

Quando hai sentito che il tuo mondo interiore era più grande di quello all’esterno;
quando l’attesa paziente ti ha svelato un altro disegno;
quando una voce che chiamava il tuo nome ti ha fatto rinascere;
quando d’improvviso l’aria del mondo non bastava al respiro.

Se ti sei messo a pulire di fino la casa un attesa di un ospite;
se quell’unica volta, la prima, ha racchiuso le mille a seguire;
se per entrambi è stato un gettarsi da una rupe nelle braccia dell’altro;
se il passo nel vuoto ha lasciato sul ciglio la pelle e le piume;
se non hai avuto bisogno di memorie, d’immagini, per ricordarti chi ami;
se un pensiero ti ha svegliato di notte, perché i sogni più non bastavano,
e preferivi scottarti con un attimo di vita reale.


Se la tua vita, per tanto o per poco, ti ha soddisfatto,
non pensare che il Paradiso sia poi tanto diverso.
È un posto tranquillo, un’Arcadia beata,
come talvolta anche qui sulla Terra,
quando qualcuno viene a chiederti il cuore,
quando qualcuno ha desiderio che l’ami.

 

Cremignane, 17 giugno 2011

 

La cutrettola In giolito


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