Il buon pane

Guardo su in alto nel cielo, nell’indaco chiaro:
bianche le nubi or precise, or diffuse e nebbiose.
Il sole sta per calare: è quest’unico 10 di giungo 2011!

Rondini sfrecciano nere nel cielo,
garruli i nidi sotto la gronda:
c’è vita d’intorno, indifferente a quella degli uomini.

Abbiamo comode case squadrate, con acqua corrente;
abbiam cani che rosicchiano ossi di povere bestie.

E domani, ancor lo stesso sarà, e dopodomani.

C’è un presente meccanico che ti vuol catturare:
calcolatori a sistema binario che ingrigiscon la vita:
quella delle persone che ancora son vive,
senza le macchine, i tablet, con le luci dei morti,
che dan luce spettrale a volti già esangui.

Una brezza mi sfiora la pelle: chi m’accarezza?
M’arriva il pensiero di qualcuno che m’ama.

Basta da sola la vita: le batterie non hanno scontrino.
Il petto si gonfia, quando è stabilito il contatto.
E navigo, aperte le vele, fino a condensare il reale.
E mi faccio ardiglione, ti allaccio un manto stellato.
E vengo a cercarti negli spazi infiniti,
sapendo che tu non ci sei: sei sempre in zona tabù.

Devo solo attendere il lievito:
il buon pane che si lascia mangiare.

 

Iseo, 10 giugno 2011

 

Guardando nel vago La cutrettola


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Il buon pane by Vittorio Volpi
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