In simbiosi

In simbiosi

 

Mi hai cercato, ululando, mentre ero via, dal veterinario.
E come facevi, senza forze com’eri? – Come ti vedo!
Piangerti non mi consola, mi si gonfia il petto d’amaro.
Ma come ti sento! Non m’importa del pianto, m’importa di te.
Non immaginavo d’averti tanto sul cuore: ora lo scopro.

Ecco dov’è la tua forza: una radiazione che ancor non s’è spenta;
un laser che mi taglia nel vivo, un bisturi che m’incide la carne.
Mi stai trasformando, mi stai modellando. Più simile a te…
dopo tutto quel che già mi hai insegnato, professor Drago!

Mi commuove sapere che è stato possibile, che mi son fatto diverso.
E a misura t’amavo, di quel che inconsapevolmente apprendevo.
Un saggio cane, che tutto sapeva, sveglio ed attento all’adesso.
Anche senza consapevolezza mentale, come radar tutto captavi.
Tutto sapevi di me, curioso di ogni novità che ti proponessi.

Mi guardavi a lungo, come mi stessi parlando… e ancora mi parli.
Capivo come ti sentivi la vita: tranquilla contemplazione…
Lo chiaman soffrire, ma è la prova che siam fatti d’amore.
Anche senza che tutto abbia un nome: semplicemente guardare,
badar blandamente alla luce, allo spazio, al sentire, alle voci.
Qualcosa passava nell’esser vicini, nel sapere ch’eri in giardino.

È la tua casa, Drago, e io ci abito ancora, come fossi immortale.
Un torrente in piena mi fluisce da te, che non finirò d’imparare;
un sapere senza peso né quantità, semplicemente un esserci.
E continuare da dentro ad ammirare veli di pensieri che mi volano intorno.
Non voglio ricordi, preferisco gl’innesti che via via t’ho rubato.
Avevi solo me, come fosse scontato, eravamo in simbiosi.

 

Cremignane, 23 luglio 2016, ore 6:50

 

Ci siamo ancora Un posto per dopo


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In simbiosi by Vittorio Volpi
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On line dal 23 luglio 2016

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