La bià dei Gólcc

La bià dei Giólcc

 

La salute del corpo mi comanda lo spirito, la mente;
umori e malevoglie, dirompenti entusiasmi vengon da lì,
da una pancia leggera, che fa festa quando ha qualcosa di buono.
Cose semplici e buone danno pensieri semplici, umori buoni.

A volte sono impalpabili come nuvole i pensieri, sottili,
non si lascian catturare dall’attenzione, dalla considerazione.
E così gli stati dell’umore: tutto tace, in quiete, non ancora meditativa.
Un diffuso leggero benessere quasi impercettibile, quasi solo respiro.
Non sento più il corpo, solo dove si sostiene, il caldo delle coperte,
ma nulla dentro la pelle, mi son liquefatto: tutto d’olio o di miele.

Mi metto in ascolto e non mi par sentir nulla, non arrivan pensieri.
Vedo un’immagine, si sovrappone al nero dietro le palpebre:
mi sposto a volo sulla campagna dei Giólcc, sembra un mattino d’estate.
Mi sento come fossi bambino, forse nov’anni, il sole imbianca un tratto di ghiaia,
le pietre rotonde dei muri sembran scolpite, nitide e chiare che sono.
Le foglie grandi e rotonde dei farfaracci risplendono verdi come fossero raso.

Mia mamma mi attende pochi passi più oltre, m’arriva in pensiero la sua bontà
e come sto bene con lei, com’è magico questo momento, all’ombra di altissimi noci.
La raggiungo, le prendo la mano, mi sento scoppiar d’entusiasmo e d’orgoglio.
Stiam solo andando nel campo a zappar granoturco, a rincalzar le piantine...
Mi sento stracolmo, parole escono a fiumi, esagerate, m’invento portenti
tanto mi sento contento in questo momento, avvolto dall’aria, dalla campagna.
Mia mamma, incredula a quello che dico, scuote la testa per le balle che sparo.

Una leggerezza perfetta s’incide nella memoria, uno stato d’animo unico e singolare.
È da allora che non mi sentivo così, che non mi sentivo di acqua.

 

Cremignane, 27 marzo 2015 (6:45)

 

Radicati nel sogno Il mio pane, or ora sfornato


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La bià dei Giólcc by Vittorio Volpi
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