Liberi fiori

Liberi fiori

 

La tua libertà mette a prova il mio amore... Suona bene,
una frase solenne, da incider nella pietra. Ma non è molto bella:
come se l’amarti fosse qualcosa di meritorio, all’asta.
E nel “concorso” vincesse chi meno ti desidera, ti vuole per sé:
uno che ci tiene tantissimo ma deve far finta di niente, dissimulare.
Questa forbice non può funzionare, è troppo artificiosa, ambigua, insincera.

Mi costa ignorarti, ma non è questo il tuo prezzo: tu sei inaspettata sorpresa!
E io altrettanto: non siamo al mercato. Rispondiamo ai nostri magneti.
Anzi, cediamo la mano, che son di gran lunga più forti di ogni volere.
Siamo un’attrattiva reciproca, siam liberi e noi, se possiamo attirarci,
se non ci sono altri schemi, nemmeno quelli che abbiamo noi stessi pensato.

La maggior libertà è quella da noi stessi, la libertà di esser come Natura ci ha fatti.
L’udito sottile che ci permette di ascoltare quel che il cuore ci dice,
che distingue nel frinire assordante una parola armoniosa, liscia come l’olio.
E seguirla. La mente a bizzeffe mi martella pensieri, tutti di ferro.
La viva Natura non ha nulla di ferro o metallico: le cose più belle son tenere.

C’è un eccipiente che ci scioglie il buono che abbiamo – e fa meraviglia.
Teneri come mammole, disordinati e armoniosi come margherite in un prato.
Sentiamo un arvense verde vigore, ognidove ci ripollano limpide linfe,
come già fosse in noi il filtro che c’inebria reciproci, ci svuot a di noi,
per colmarci d’un estro o respiro, che ci ammatta di oppio, ci fa strologare, ci fa sfolgorare.

Liberi dei fantasmi che ci siam fatti in concetto: occhi-corolle che vedono nuovo,
ci schiudiamo come fiori di campo: di magnolie, catalpe, paulonie.
Gocce di rugiada trattengono i mille rosa dell’aurora, dissonnano i petali.
Anche noi siamo inattesi e diversi come ogni mattino, lucenti di verde, di vellutati colori.

 

Cremignane, 23 aprile 2014 (6:50)

 

Tutto questo gran bene Bronzi di Riace


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