Son sazio di te

Son sazio di te. Non ho più fame.
Non voglio di più. Il desiderio è placato.

Spesso mi distraggo nel corso del giorno.
Appena mi esulo, ritorno da te.

Ti porto nel ventre, sotto lo sterno.
Non riesco a vederti: ti sento pulsare, sei una vita.

Sei più di un cuore, di un pensiero, di un globo di luce:
sei qualcuno che vive. Ti abbraccio come fossi un bambino.
Sei pura vibrante energia; a volte mi togli il respiro.
Sei la tensione di un arco: mi sento una freccia incoccata.

E volo come un refolo d’aria.
Ti trovo, t’avvolgo. Una carezza e rivolo.
Ti svolazzo d’intorno, continuo a guardarti;
ti faccio dispetti, ti arruffo i capelli;
ti pungo nel labbro: sono stelo di rumice.
Ti rincorro il pensiero uscito a cercare cos’è;
son nella saliva che inghiotti, per dir che è così!
Son la presenza che avverti d’intorno,
scosti lo sguardo, perché ancor non ho un nome;
mi vedi anche di lato. Il boffice spiro vuol stare con te.

Ritorna la freccia e racconta leggende.
Sussurra parole molcenti, che incantan.
Mi cresci nel petto: non so più se son io.
Ma so ben che son io, e ben vivo: ti porto con me.
Ich spüre dich, bei jedem Atemzug (1).

Non voglio che i polmoni di più ti compriman.
Hai trovato una culla nel petto,
un piccolo amore ancora bambino
da far crescere insieme, nostra creatura.

Ti sento dentro di me. Mi pervadi rubino,
ma il corpo non riesce a capirti.
La mente mai più, di tanto sei fuori-pensiero.

Mi ricompari in visione. Non sei un ricordo:
sei vivo momento creato a collage.
Sono a raggiungerti dovunque tu sei.
Ti trovo, perché so chi tu sei:
gli spiriti nostri si sanno trovare.

Senti una scossa alle reni: è ora d’andare.
E voli da gru, da cicogna, da cigno,
da quel che più vuoi: mi cattura il tuo sguardo.
Non posso che trovare un posto vicino per fare il mio nido
e condur la mia vita sotto il tuo sguardo.
Voglio insegnarti a volare, ad esser sulla terra un non-peso.

Mi nutri che più non potrei,
mi sazi di te, che nemmeno mi so come ho fatto a mangiarti.
Ancora su tutta la pelle mi frigge incandescente il tuo marchio.
Ti appartengo. Non avrò mai più fame.

 

Iseo, 7 giugno 2011

 

(1) «Ti avverto ad ogni respiro».

 

Onidala (Aladino al rovescio) Guardando nel vago


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