Ameraldi - Prefazione
Oberto Ameraldi:
Una vita di fede per la scuola

Brescia : Fondazione Civiltà Bresciana, 2000. - (Cattolici & Società ; 11), p. 5-6


Prefazione
di Mario Pedini

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     Oberto Ameraldi merita questo omaggio postumo. Giusto è rievocare in lui non solo per i coetanei, ma anche per i giovani che non l’hanno conosciuto, l’uomo, il cittadino, l’insegnante, il camuno. Camuno perché in verità la Valle fu il riferimento di tutta la sua vita. Dalla Valle veniva la sua famiglia, nella Valle si specchiavano le sue convinzioni, la sua sincerità e il suo rigore.

     Perché raccomandare anche ai giovani questo libro?

     Perché dalla vita di Oberto Ameraldi qui “rianimata”, si può ricavare una testimonianza utile per ogni epoca e per ogni generazione: il fatto che l’uomo, come cittadino, può passare in tutta coerenza attraverso stagioni storiche e politiche del tutto diverse. E ciò quando le sue radici sono forti, le sue virtù sono solide e proclamate e la sua fede in Dio e l’amore di Patria sono identità esistenziale . È così che l’uomo rispetta la sua dignità e diventa esempio per il prossimo sicché il mutare della storia non lo smentisce anche quando lo delude.

     Così Oberto Ameraldi, illuminato in tutta la sua vita da fede cristiana e da umanesimo, ha potuto servire in assoluta onestà e con buona fede la Patria e la società civile sia quando l’Italia, come del resto l’Europa del suo tempo, fu nazionalista e subì il fascismo, sia quando l’Italia, sepolti i folli miti negli orrori della guerra, riscoprì la democrazia, salvò la sua libertà, trovò nuovo equilibrio tra diritti e doveri del cittadino, si aprì all’Europa e all’internazionalismo.

     Per questo l’Italia che il prof. Ameraldi testimoniò come insegnante in Tunisia, in Spagna e per tutta la vita quale dirigente di scuola, fu sempre l’Italia umana, civile, orgogliosa della sua storia, intimamente cristiana, generosa verso il mondo. La forza di Oberto dunque anche nei momenti sofferti e difficili della sua vita. La fedeltà a valori umani solidi in lui come le sue montagne, la generosa disponibilità al prossimo visto come fratello in Cristo.

     È di uomini siffatti che il mondo avrà sempre bisogno ed ancor più in una stagione come la nostra nella quale dall’Europa transiteremo verso il Mondo, stagione in cui fedi, filosofie, culture diverse si confronteranno o per avviare fertile sintesi o per un contrasto che minaccerà il futuro dell’uomo.

     Grazie quindi a Margherita Ameraldi che ha voluto questo libro e ne fa rinnovata testimonianza di amore e di giusta ammirazione verso lo sposo. E grazie a Vittorio Volpi, l’autore, che meditando sui tanti documenti di vita e di cultura pubblicati o messi a disposizione da Margherita, ha ricostruito, anzi direi “ha rivissuto” la vita di Oberto con una capacità di penetrazione che, come si dice oggi, ha del “virtuale”.

     E grazie a Volpi anche per avere affrontato l’impegno con metodo rigoroso e che può dirsi scientifico. Le ricche e preziose note che accompagnano il testo scritto con stile ammirevole rendono in verità il bel libro valido non solo come biografia ma pure come ricostruzione d’epoca. Esso è storia d’ambiente che, a tutto radar, va al di là dei confini della Vallecamonica e illumina anche la problematica dell’insegnamento, in un’epoca di trasformazione quando portare una nuova scuola nella Valle (e tante ne volle l’ispettore Ameraldi ...) significava aprire speranza sul futuro.

     Non deve essere stato facile per l’autore affrontare tanto lavoro e penetrare il senso di un’epoca che, per la sua giovane età, egli non poteva aver conosciuto. Eppure, per devozione al soggetto, egli quell’epoca l’ha capita, l’ha riscattata e l’ha proiettata su valori assoluti. L’impegno è riuscito... Il libro è infatti ammirevole anche dal punto di vista dello stile. E non solo perché Oberto esce da queste pagine con tutta quella vitalità e quella passione prorompente che noi abbiamo in lui conosciuto, ma perché con lui ritorna pure un mondo ed una società che ancor meglio rinnova nel nostro animo il ricordo dell’amico esemplare.

     E lo stile del libro? Certo pregevole. Si fa anzi poetico nelle pagine dedicate all’amore trepido di Oberto per la sua deliziosa sposa, essa pure insegnante, e quando nelle ultime pagine egli si stacca da questa vita terrena in un clima di nuova speranza e in serena sintesi di un “vissuto” illuminato da quella generosità e da quella sincerità per le quali, noi che l’abbiamo conosciuto, lo sentiamo sempre caro al nostro grato ricordo.

Mario Pedini


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Ultimo aggiornamento 17 febbraio 2010

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