Ala di fata
Racconta una favola antica d’un’aura dorata
che pulsava dei fremiti come cerchi nell’acqua,
nell’attesa il petto si caricava di forza,
nel calore dei dolci pensieri s’indorava quel pane
e la fragranza si diffondeva d’attorno,
riempiva i polmoni di compatto vigore,
il cuore saziava della propria quotidiana dolcezza.
D’onde mi giunge questo sapido refolo che pare mi nutra?
Quell’aria per odori più densa m’impregna e pervade;
discioglie le angustie, i nervi alligati, le nari intasate,
un pensiero insistente che sempre m’aduggia.
Ali di fata, lievi del fiato che sfugge nel dirle,
accarezzan le tempie e le guance
e fin dove le porta lo sguardo.
Nemmeno ci si chiede cos’è, ché quasi non c’è;
ma prendono fuoco le nere parole dell’oroscopo odierno.
Luminoso oro fuso si versa ominoso nello stampo del giorno.
«Qualcuno mi ama», ti vien da pensare, risenti la voce.
«Mi ha cambiato giornata, mi ha tutto irradiato».
C’è un ingresso nel collo, fra la gola e lo sterno
che filtra minutissimi granelli di polline,
la serica polve di fulva pavonia,
bruscolini dorati di sole, o spore sinergiche:
tutto t’inali nel petto, fra il pericardio e il rosso del cuore.
Ecco il perché dei tuoi fremiti, dell’angina che comprime il respiro.
E che pure rivuoi ogni giorno, al sentir sulla pelle quell’ala di fata.
Iseo, 24 settembre 2011
Solo Il gran ben che fra noi ci vogliamo
Ala di fata by Vittorio Volpi
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