Grazie ai quattro elementi

Grazie ai quattro elementi

 

Grazie fuoco che mi ha ravvivato la vita.
Mi brucia, mi consuma, la sua esca son io. Vivo.
Lo vedo al mattino, quando il sole sorge dalla Punta dell’Orto.
E non so quale mi scalda di più: forse è la stessa vita, lo stesso fuoco.
Ti ho chiesto una volta d’accendermi: forse son io che ho acceso te.
Prende fuoco il libro della mia vita:
quando credevo fosse tempo di chiuderlo.
Grazie fuoco del tuo estenuante, spossante, possente calore.

E grazie anche all’acqua, che tempra l’ardore di troppo:
l’acqua dei fatti, la misura, il controllo del fuoco.
A scrosci, a rovesci, una doccia con la canna in giardino.
Rinfresca, riliscia la pelle, respiro. Mi sento forte e leggero.
Mi tempra, mi contiene gli eccessi, mi smorza gl’incendi.
Grazie acqua che diventi caldo vapore: un estratto di giungla.

Grazie terra che mi hai dato questo corpo, la mia carne che vive.
E dell’alveare che ronza continuo nel petto. Operoso, instancabile.
Il suo miele mi fluisce nei vasi. M’indora la vita.
Un’emozione lo scuote, un amore gli ruba il respiro,
freme di contentezza, si sente scoppiare, ricco e ricolmo quant’è.
Grazie terra che fin qui mi hai nutrito. Sono in debito con te.

Grazie vento, che vieni nuovo ogni giorno: ti respiro ed accolgo.
Vieni dalla lontana Mongolia: il gran bacio di verde e d’azzurro.
Mi dai l’infinito, l’amor sconfinato, il beccofrusone di passo.

Grazie buio: posso vedere dentro di me più che non ci fosse gran luce.
Sento con altri tentacoli, ho sensi in tutte le direzioni, tutto ha il suo senso.

Ripulito, rinato, a ritmo respiro i momenti di vita presenti: cristallini. Eterni.

 

Cremignane, 22 aprile 2012 (sera)

 

Pubblicata su «El Caròbe», nr. 2 estate 2012, p. 99.

 

Uno di più Il corpo


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