Il cuor dell’essere
Vedo ogni tanto di lontano
Caron Dimon’ col remo in mano.
Chiedo fra me: «Ched’è quell’arnese
ond’egli mi vuol menar a quel paese?»
Com’eco s’ode il vate Tiresìa:
«Qui convien che ’l remo vaglio sia,
a discerner l’opre tue nell’etre
che memoria serba e oblio impetre.»
«Di là alfin che c’è?» ancor chied’io
«La pace eterna e fors’Iddio?»
Luci sfolgoranti e meteori di fuoco
ratte fuggon per ogne loco.
Per ove sento tender l’anima mia?
Qui non orma, traccia né segn di via.
Non visto un Quid è nel creato,
la mente stupe com’uom ubbriacato.
Parola non sa dir compiutamente
lo spettacol pur novo ed avvolgente
né dir metafora, o cartesian’iperbole:
il senso scema e par sì debole.
«Sei nel vasto regno dello spirito,
non ti dispiaccia d’ersserv’ito.
Che teme il volto grimo e smunto?
Nel cuor dell’essere sei giunto».
Cremignane 24 agosto 2001
Il dio della strada Mani intrecciate
Il cuor dell’essere by Vittorio Volpi
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