Il lupo bianco

Ti guizza il pensiero che sembra un girino,
s’è mosso a cercare qualcuno: chi sia, davvero non sa.

Un lupo bianco, solitario, di profonda saggezza.
Le sue parole mi mangiano e la carne ricresce.
Una volta ho sentito il suo fiato bestino sul viso
sentiva ancora di sangue... e l’agnello ero io.

Ha le pupille accese di rosso, con quel fuoco mi guarda.
Mi ha lappato mento bocca naso: mi aveva adottato.
Caracolla al piccolo trotto sul fianco di un monte,
se ne va senza meta fra rododendri e graniti.

Un ululato mi percorre le viscere, mi sale alla gola,
ma ancor non è notte, non aiuta la dea bianca del cielo.
Non ho che raggiungerlo e camminare al suo fianco.
C’inerpichiamo su un poggio, ci sediamo a guardare,
lo sguardo percorre la valle, fino al lago lontano e le sue bianche foschie.
M’invita semplicemente a guardare, e non fare domande;
sembra quasi che mediti, che veda la sua vita e la mia.

Gli accarezzo la nuca e tutta la schiena.
La mano è un pantografo, dove passa mi sento crescere il pelo.
Il lanternino non sbaglia, sa ben quel che vuole.
Mi lecca una guancia e un orecchio, è contento di me.

Rimango con lui, gli abbraccio le spalle e appoggio la guancia al suo pelo.
Divento ogni istante quel che andavo cercando.
Ho trovato con chi combaciarmi.

Con timbri in coppia assonanti, adesso che è notte, diremo alla luna di noi.

 

Cremignane, 3 luglio 2011 (sera)

 

Sei tu il mio papà? Due fili d’erba


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Il lupo bianco by Vittorio Volpi
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On line dal 3 Luglio 2011

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