Nella notte

Nella notte

Occhi sbarrati nella notte,
a vedere quel che gli occhi non posson vedere.
Quando tace tutto quanto l’umano frastuono
e si sentono i grilli e il monotono strige lontano.
Assaporo il silenzio rotto ogni tanto dal gracidar di una rana,
dai canti dei galli che si danno la baia prima dell’alba.
Dilato i miei sensi e m’invade una ricchezza di senso.
Lontano un cucù, coperto dall’immane fragore d’un’auto che passa.
Ascolto la notte, il fervente silenzio del mondo,
le voci e visioni dei sogni e quel che il cuor suggerisce.
M’accarezza una brezza, come a dirmi che c’è.

Avvolto nel mantello spartano color amaranto
viaggio nudo per gioco alla ricerca di nulla:
mi basta ascoltare e dar corpo alle voci che sento,
al bronzo di una campana lontana che batte le ore,
al profumo di timo che mi cresce in fioriera, al fresco notturno...
e di nuovo l’allocco che il tempo t’espande.

Taccion gli amori, o l’Amore che al presente coltivi.
Ferve l’officina dei fatti che poi col chiaro t’avvengon.
Nella notte tutto ha radice che poi t’accade di giorno.
Son sveglio a veder dalle radici l’erba che cresce o riposa.
Vedrò il mio amore quest’oggi? Chissà?
Già mi ha riempito la notte... e lo sguardo che altro non vede.
Nella notte pur s’hanno di tali dal sé libertà,
che san conciliarti il sonno residuo fino ai bagliori dell’alba.
T’ascolti e ti senti, incurante del buio,
tant’è denso della notte il suo senso.

 

Cremignane, 5 maggio 2012 (3:30)

 

Il corpo Una barchetta


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Nella notte by Vittorio Volpi
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