Tutto il resto

Tutto il resto

Non ti posso tradur le emozioni senza ridurle o tradirle.
Basta ch’esistan e son percepite per vere ed intere.
Com’è angusto ed ottuso il senso che le vuole capire:
piombo pesante impresso col torchio, con l’inchiostro più nero;
la parola superba che, Gorgone, vede e pietrifica.

Agli amanti si addice la notte e il silenzio,
non il parapiglia d’ubriache parole, fitte note incalzanti e assordanti.
Corpi che s’amano sanno tra loro che dirsi:
siano sguardi, baci o carezze dicon più dei lor nomi.
E noi vorremmo con magico SATOR propiziarci il destino?
I cani tra loro non si riconoscon per il nome che hanno;
e pur dopo anni m’è simpatico un volto, pur non ricordando chi è.

Il destino mi tocca, mi addita miracol reale:
il gran Destino che si legge nelle piccole cose.
Poiché tutto è vero comunque, se pur non sta scritto nei libri;
tutti siam nudi sotto le vesti: divise, pigiami o mantelli.
Siam veri e sinceri quando i corpi si parlan puri fra noi.
Vorremmo predicarlo a tutti dai tetti, o almen dai balconi.
Bragia pulsante che viva ed ardente vogliamo tener solo per noi;
non che siamo speciali, ma tal che tutti uguali noi siamo.

All’oro fulgente del sole, all’azzurro più terso del cielo
esplodo il mio essere consone e vivo, oppiato di vita, limpida-mente.
E presumiam dettar fisiche leggi a quel ch’è già vero
nella natura al di fuori, come in quel che sentiamo che è dentro di noi.
Le nostre che vogliam matematiche-numeriche menti
parlan solo linguaggi cogenti e leggono stringhe di algoritmi eseguibili.
Ma tutto il resto, ch’è cosmo universo e infinito,
è tutta ancor nostra vita, di noi uomini d’adesso e viventi.

 

Cremignane, 19 febbraio 2012

 

 

Mi parla la pelle Arriva il Signore


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