Una forza

Una forza

 

C’è una forza che mi tiene insieme, che mi tiene legato al reale,
che mi dà fiducia in me stesso, che mi promuove, ben piantata.
È tutta proiettata al futuro e se lo va immaginando, progettando.
Va a caccia del proprio futuro, col rischio capitale di ogni caccia.

Una forza che mi getta giù dal letto, che mi fa impazzire per il troppo pensarci.
Direzioni indicate da segnali del corpo, battito del cuore e respiro.
Il petto stretto in una fascia per non scoppiare, talmente da dentro mi preme.
Una forza pacata che sa aspettare, è paziente, ma non molla.

Non passa questa voglia, non cambia, anzi mi fabbrica la realtà.
Mi offre – per caso – indizi inimmaginati, coincidenze stupende.
Le cose che mi sono al momento importanti son sempre a galla,
riemergono puntuali e inattese, cancellate dalla mente, ma non dal destino:
un destino paradossale di cui il corpo sembra aver la matrice
e mi fa succedere solo quel che va bene per me, me lo mette a portata.

Tra miliardi di cose, mi dirigo verso quell’una – che sembra un passaggio…
uno squarcio nel velo, sul telone dove mi vien proiettato il reale:
di là c’è un altro mondo, il nirvana concreto, reale, nella mia vita.
E quando ritorno al di qua, mi sembra di volare appeso a una fune.
Di là ho attinto la forza, riconosco che è mia, che son io–vivo.

È una forza dolce e pacifica, bovina; è una zavorra, un contrappeso.
Riesco a fiondarmi in mille avventure, a lanciarmi nel vuoto con una liana alla caviglia.
Questa vita è un continuo assaggio della morte, incursioni, avvicinamenti,
come fossimo spinti a volerla conoscer più da vicino, attirati dall’orrido.
Come la volessimo sopra tutto conoscere, ci costasse in estremo la vita.

 

Cremignane, 26 maggio 2015 (7:15)

 

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