Viaggio sciamanico
Crisalide sotterra, aspetto di udire una voce,
una primavera che mi chiami fuori dal guscio:
mi deve arrivare il raggio di un’anima.
Disperso fuori dal tempo irradio segnali;
nascosto in un non-luogo agito bandierine.
È un deserto vastissimo, una plaga infinita.
C’è un terso silenzio, sentiresti una foglia cadere,
il battito d’ali d’iridata farfalla,
lo sguardo di chi ti viene a cercare,
l’incerta ambascia di un cuore che ha bisogno di te.
Quest’etere immenso di fiochi bagliori
pullula d’anime come oltretomba di vivi.
È qui che s’è persa e vaga sospesa la mia anima antica.
S’è dovuta ridurre all’interno di un corno,
per poterti ancora parlare con veridici sogni.
Riconosco il crivello di piume con cui si catturano;
ti riconosco dal remo con cui batti il tamburo.
Rivedo i tuoi limpidi occhi, non so se di freddo o di pianto.
«Andiamocene da queste fosche solitudini,
portami via con te, nel tuo mondo di terra e di carne.
Mi si stanno aprendo le ali, trascinami fuori.»
Torna a casa l’anima del grande errabondo.
Una mano dal mondo dei vivi la riporta all’aria, alla vita.
Ecco la casa lasciata prima tant’anni.
Eccoti, mio volto d’un tempo.
Cremignane, 11-12 novembre 2011 (notte)
Il pilota automatico Ècate Malevola
Viaggio sciamanico by Vittorio Volpi
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