Atti impuri
La mano che tira il suo sasso, il dito che preme un grilletto,
il calcio a un bambino perché lo si deve educare,
una moto che sgomma, una Porsche ai duecento,
e turisti che inquinano il cielo per il caldo ai Caraibi,
una formula fisica che s’infila a disturbare i bosoni,
How are you? ripetuto alla noia che trafigge la testa,
una macchina che ti schizza una pozzanghera addosso,
uno sguardo di sdegno e di schifo perché sei vestito normale,
nessuno ti parla perché non ti trova su FaceBook,
si ostenta in vetrina quel che per strada è tabù,
un versetto di bibbia s’ostina a bollare d’infamia il tuo sesso,
si corre con bianche braghette a coprire gl’indigeni nudi,
e poi marche da bollo, figli legittimi o meno, e notai.
Ma se scorri con una carezza le cosce, gl’inguini e il ventre,
manco lo noti il bianco che il costume del mare ha lasciato.
Se nudo ti avvolgi nel caldo di un manto,
senti tutta la fragranza del tuo corpo che vive,
un calduccio di coccole che vuoi compartire.
Non voglio dogane d’elastici che invitano a infranger la norma,
o comprar sottobanco la polpa più fresca.
Sono pure vegetariano: non si uccide la carne per venderla a peso.
Come son nella doccia, così voglio esser per strada.
Se la mutanda ci fa uomini, preferisco rimanere un bebè.
Il corpo è del tutto innocente, noi l’abbiamo fatto indecente.
Impuri quegli Atti con sigillo di legge, chissà quanto umana o divina,
e “bianchi” quei guanti crociati che benedicon gli atti conformi.
Preferisco rimanere da bestia, senza mutande e senza falcetti.
Cremignane, 14 dicembre 2011
Atti impuri by Vittorio Volpi
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