È morta una stella

Chi veramente noi siamo

 

La parola nudo, quando l’incontro, mi scoppia nella testa,
   tanto l’abbiam caricata di mistero e di divieti.
Di questi mi libero quando mi spoglio – ridicoli!
Eppur pesano come macigni, pietroni squadrati di profonde segrete.
Siamo appesi a catene, esangui e diafani, sudati e cisposi.
Come fedi, bracciali di ferro ci tengon mani e piedi sposati.
Siam cresciuti senz’altro deformi, manco uno che sia rimasto qual era.
Fan male le ossa se per caso ti togli le fasce da mummia.

È grande peccato, uno scandalo, un obbrobrio inguardabile.
Nonne che copron gli occhi ai nipoti se passano in spiaggia donne col tanga.
E si girano in Austria bambinetti innocenti se ci vedono nudi lungo i sentieri.
Vesti che son diventate camicie di forza, obbligati nel credere alla stessa dottrina.

Sotto i vestiti siam tutti dei Superman, un poker d’assi nelle mutande;
   crisalide di variopinta farfalla che schiude quando Frate Indovino lo dice.
Ma guardatemi pure che è come mi guardaste negli occhi.
E toglietevi anche voi i neri occhialacci, che tanto non c’è nulla di strano o speciale,
    a tutti ci han dato le medesime carte, non una briscola in più.

C’inventiamo finti tesori per ricavarne un’oncia precaria di più,
   millantiamo numinosi poteri, facciam sacrifici e tutto ci è sacro.
L’elastico alto col marchio di Armani è il cilicio di noi penitenti:
   che cosa peraltro dobbiamo scontare nessuno è mai venuto a spiegarlo:
   vivendo scontiam la cambiale che ci han fatto firmare nascendo.

E poi subito un bel pannolino da portar poi per tutta la vita
Ci facciamo burattini e feticci, statuine di santi e madonne
   per la recita in maschera:
che tanto non sappiam più chi realmente noi siamo.

 

Cremignane, 26 dicembre 2017, ore 5,15

 

 

Mi dice chi sono Un corpo che se ne va


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Chi veramente noi siamo by Vittorio Volpi
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On line dal 17 agosto 2018

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