Il sole che sempre ci cresce
Riodo voci che da tempo tacevan, o sommesse s’udivan
sommerse dal quotidiano clamore.
Esili voci che han nemmeno corpo d’onde sonore,
che parlan se sol ci fai bado, avvertito da un lieve sospetto.
Sciami d’essenze si ricompongon come stormi di storni,
come branchi di pesci, volute di nuvole o fumi di grandi falò.
Lì dentro, in quei movimenti, si capriola la mente
e vede visioni, e nomina nomi, si muove per vive emozioni.
Non c’è nulla: sono solo i fantasmi in cui crede la mente;
quando i conti non quadrano, l’essere ha un’eccezione.
Lascio alle scienze lor crucci, i labirinti a sei dimensioni.
Non si appiattisce su carta, né è modello dinamico a video,
né veloce, né lenta, né inscatolabile entro un n-esponente.
Sfugge Natura alla logica, il futuro agli astrologhi,
alle preghiere il destino, agli impulsi determinato motivo:
e pur battono unisoni i cuori, senza frase, né chiave, né tempo:
il pulsare degli esseri dà essere al tempo, l’incremento di adesso;
non entra nella mente lo spirito, né ragione può comprender la fede.
Vola speranza a disegnar altri cieli, blasfemi e superbi.
Son fisici i corpi, gonfi di fiato, tese minugie al vibrar della vita:
passa l’archetto sui crini, colofonia dorata aderisce alle corde:
un suono permane ancor che più nuovi succedon.
Un basso continuo, un bordone di fondo fa da campo alla mente,
vi cresce virgulti, gemme e rampolli, bei fiori e frutti polposi...
Vorrei saper della brezza che ognora vi spira,
e del sole che sempre li cresce.
Cremignane, 12 febbraio 2012
Il sol che sempre ci cresce by Vittorio Volpi
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