Scoiattoli
Nella gioia del gioco è la gloria dei corpi.
I corpi, felici nel gioco,
toccano il cielo col dito.
Ci guida nel rito una stella comune;
non siam marionette mosse da fili nel cielo.
Non è fatto di carne quell’empito che sento nel petto,
non forza di sangue quell’impeto che vuol liberarsi.
Sono la penna con cui il mio cuore mi scrive la vita;
la carena che fende l’ignoto fra nebbie e scogliere.
Potrei anche svanire francando ogni metro una soglia.
Misuro il tempo e lo spazio man mano me li lascio alle spalle.
Un puro diamante mi squarcia velo a velo il futuro,
riflette bagliori, si lascia passare da luci e colori.
Assorbe vita, energia, calore, affetti, umori, emozioni.
Come un fiore di prato che dalla terra e dal sole diviene qual è,
e non meno di luce e calore si nutre che di acqua e di humus,
così noi che sulla carne cresciamo, radicati di nervi e di vene,
ci coloriamo di bellezza e d’ardore nel viver la vita.
Guidati dal pulsare del cuore remiamo al ritmo del fiato.
Infantile la mappa dei nostri progetti: non c’è novità.
Retta prosegue la nave, non curva all’orizzonte col mare.
Andiamo a veder da vicino le stelle, ci guidiamo da noi:
ti pongo una mano sul petto a sentire che vivi,
m’accarezzi una guancia, felice che t’amo.
Giochiamo fra noi come scoiattoli gai,
saltiam fra le stelle come fossero rami di pino.
E siam senza peso, non siam fatti di atomi:
dell’essere e basta.
Cremignane, 21 dicembre 2011
Scoiattoli by Vittorio Volpi
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